Ferrari 330 P4

10 Foto

1

Dopo esser stata sconfitta dalle Ford Gt40 nel Campionato Internazionale Costruttori per vetture Sport del 1966, la Ferrari schierò nel Mondiale Sport Prototipi del 1967 l'ultima evoluzione della serie P, la 330 P4 (il nome derivava dalla cilindrata unitaria di 330,62 cc.). La nuova versione manteneva lo stesso autotelaio del precedente modello; tubolare con rinforzi in alluminio, sospensioni a quadrilateri deformabili, 4 freni a disco e sterzo a cremagliera. Le principali modifiche riguardavano il motore, che era sempre il 12 cilindri a V di 60 gradi di 3967,44 cc. disposto posteriormente in senso longitudinale, ma le testate vennero ridisegnate per ospitare 3 valvole per cilindro in luogo delle 2 usate per la 330 P3, questa importante modifica abbinata alla nuova iniezione indiretta Lucas elevò la potenza sino a 450 cv. a 8000 giri/min., anche la trasmissione a 5 rapporti fu radicalmente modificata. Esteticamente la nuova berlinetta di Maranello si distingueva dalla 330 P3 per i nuovi cerchi in lega dal disegno a stella, mentre la carrozzeria eseguita dalla Drogo, seppur leggermente maggiorata nelle dimensioni rimase sostanzialmente la stessa del precedente modello. La Ferrari 330 P4 debuttò alla 24 ore di Daytona, dove ottenne una leggendaria vittoria tagliando il traguardo con tre vetture in parata ottenendo le prime tre posizioni con l'equipaggio Lorenzo Bandini - Chris Amon primi, seguiti dalla coppia Mike Parkes - Ludovico Scarfiotti e da Rodriguez - Guichet al volante di una 412P. La Ford venne sonoramente sconfitta e la P4 riportò nel 1967 il titolo Costruttori a Maranello. Altre vittorie la 330 P4 le ottenne alla 1000 Km di Monza sempre con Bandini - Amon, alla 3 Ore di Città del Capo con Paul Hawkins nel 68, fu prima al G.P. di Rhodesia sempre con Hawkins nel 68 e alla 500 Miglia di East London del 69, ma la sua carriera nel Campionato Costruttori Sport Prototipi terminò nel 1967, quando nuove regolamentazioni per il Campionato del 68 la misero fuori gioco relegandola alla storia.